Tuttavia, è possibile individuare cambiamenti notevoli anche sul piano delle tecniche relative alla pesca individuale. Un esempio è dato dalla pesca a spinning, praticata dall’uomo attraverso l’utilizzo di attrezzature specifiche per far fronte a una determinata tipologie di prede, ossia i pesci predatori. Praticabile sia in acqua salata che in acqua dolce, la pesca a spinning è considerata la tecnica più indicata per la cattura di pesci aggressivi come quelli appartenenti alla tipologia sopra citata. Particolarità della pesca a spinning è la presenza di un’esca artificiale da utilizzare per attirare le prede verso la canna del pescatore. L’esca in questione si contraddistingue per la capacità di ruotare autonomamente, producendo un movimento subacqueo in grado di fare avvicinare a sé i pesci da catturare. Analizziamo più nel dettaglio quali sono le prede più adatte da pescare con lo spinning in acqua dolce.
Prede d’acqua dolce più indicate per lo spinning
Passiamo ai lucci. Il luccio è facilmente riconoscibile per il caratteristico muso a becco d’anatra, all’interno del quale si nascondono file di denti pronte a serrare le prede in acqua dolce. Sia per la dimensioni che per le modalità di caccia (rimane immobilizzato tra le piante acquatiche sino al sopraggiungere della preda), il luccio viene giustamente ritenuto il predatore d’acqua dolce per eccellenza. Per quanto riguarda il cavedano, il pesce può essere individuato presso qualsiasi ambiente d’acqua dolce con una maggiore preferenza dei fiumi (specie se caratterizzati da fondali sabbiosi). La pesca del cavedano non è particolarmente difficoltosa, viste le minori dimensioni (50-60 centimetri circa) rispetto a trote e lucci, e ancora una volta si consiglia l’uso dei minnow da 5 centimetri per un ottimo spinning.